La primavera è alle porte e insieme ad
essa giungeranno una serie di carenze vitaminiche, tra cui, quella più
frequente, è la carenza di ferro (anemia sideropenica).
Questo minerale è utile al nostro
corpo per diversi motivi ma soprattutto perché fa parte della
“EMOGLOBINA”, una proteina che consente il trasporto dell’ossigeno a tutti i
tessuti. La sua carenza porta infatti stanchezza, pallore, tachicardia ma anche
compromissione del sistema immunitario con suscettibilità alle infezioni.
Il ferro alimentare viene distinto in
“EME” e “NON EME”.
Il ferro EME si trova soprattutto
negli alimenti di origine animale, mentre quello NON EME negli alimenti di
origine vegetale (eccetto l’uovo).
Dove sta la differenza?
Mentre il ferro emico viene assorbito
subito dal nostro corpo, ciò è reso più complesso per il ferro non emico.
Vi spiego meglio…
Mentre i 2,5 mg di ferro contenuti in
100 gr di tacchino vengono assorbiti subito a livello intestinale (e quindi rapidamente
utilizzati dal nostro corpo), i 14,3 mg di ferro contenuti in 100 gr di cacao
amaro impiegheranno un po’ di tempo ad essere assorbiti e utilizzati (e in ogni
caso non verrà mai assorbita realmente la quantità iniziale presente
nell’alimento).
La quantità di ferro che viene assorbita di un alimento viene favorita dalla presenza di acido ascorbico (ossia
della vitamina c contenuta in kiwi, agrumi, peperoni, alimenti a foglia
verde…).
Quindi una bella spremuta di limone
sulla fetta di carne, due kiwi o due mandarini dopo un bel piatto di fagioli aiuteranno sicuramente a utilizzare il ferro in esso contenuto.
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