giovedì 13 marzo 2014

Ferro e dieta

La primavera è alle porte e insieme ad essa giungeranno una serie di carenze vitaminiche, tra cui, quella più frequente, è la carenza di ferro (anemia sideropenica).
Questo minerale è utile al nostro corpo per diversi motivi ma soprattutto perché fa parte della “EMOGLOBINA”, una proteina che consente il trasporto dell’ossigeno a tutti i tessuti. La sua carenza porta infatti stanchezza, pallore, tachicardia ma anche compromissione del sistema immunitario con suscettibilità alle infezioni.

Il ferro alimentare viene distinto in “EME” e “NON EME”.
Il ferro EME si trova soprattutto negli alimenti di origine animale, mentre quello NON EME negli alimenti di origine vegetale (eccetto l’uovo).

Dove sta la differenza?

Mentre il ferro emico viene assorbito subito dal nostro corpo, ciò è reso più complesso per il ferro non emico.

Vi spiego meglio…

Mentre i 2,5 mg di ferro contenuti in 100 gr di tacchino vengono assorbiti subito a livello intestinale (e quindi rapidamente utilizzati dal nostro corpo), i 14,3 mg di ferro contenuti in 100 gr di cacao amaro impiegheranno un po’ di tempo ad essere assorbiti e utilizzati (e in ogni caso non verrà mai assorbita realmente la quantità iniziale presente nell’alimento).

     La quantità di ferro che viene assorbita di un alimento viene favorita dalla presenza di acido ascorbico (ossia della vitamina c contenuta in kiwi, agrumi, peperoni, alimenti a foglia verde…).


Quindi una bella spremuta di limone sulla fetta di carne, due kiwi o due mandarini dopo un bel piatto di fagioli aiuteranno sicuramente a utilizzare il ferro in esso contenuto.

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